Fausto e Iaio

da: ClanMistero 

 - targa in memoria di Fausto e Iaio 






1978, 2 giorni dopo il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta in via Fani, ma non siamo a Roma, siamo a Milano. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, detto Iaio, hanno entrambi 18 anni, sono due ragazzi molto attivi nel quartiere, legati al centro sociale Leoncavallo. Insieme stanno seguendo un’inchiesta molto difficile e pericolosa per due ragazzi così giovani. L’inchiesta verrà pubblicata in seguito dall’Espresso e viene ricordata come “la lista bianca dell’eroina”, un’inchiesta sullo spaccio di droga nel quartiere, con nomi, indirizzi, collegamenti e fonti. Due ragazzi come tanti all’epoca, frequentano Radio Popolare, ascoltano musica, escono con le ragazze e leggono di filosofia e politica. Due ragazzi impegnati, presenti nell’epoca in cui vivevano, attenti ai cambiamenti e convinti di poter fare qualcosa per un futuro migliore per tutti. Ma Fausto e Iaio non avranno mai la possibilità di avere quei figli ai quali avrebbero voluto consegnare un mondo migliore. 

Fausto e Iaio 

Due giorni dopo il rapimento dell’onorevole Moro, proprio nei pressi del centro sociale Leoncavallo, mentre stanno tornando a casa commentando i titoli dei quotidiani, vengono colpiti a morte da una gragnuola di colpi sparati da un commando di tre uomini che vestivano trench chiari. Aprono i fuoco: 8 colpi e li lasciano agonizzanti sul marciapiede. Sono dei professionisti, una testimone dichiara che li ha visti sparare con le pistole occultate da buste di plastica (per non perdere i bossoli) e poi sparire come nel nulla. 
Immediatamente s’apre una guerra mediatica tra istituzioni e quotidiani di sinistra. Le ipotesti della polizia non convincono il giornalista dell’Unità Mauro Brutto. 
Siamo nel ‘78, dicevamo, nel cuore degli anni di piombo. ministro degli Interni è l’onorevole Francesco Cossiga, il “picconatore”. Gli omicidi politici tra giovanissimi sono all’ordine del giorno. I licei e le università sono battutti in lungo e largo dai gruppi extra-parlamentari e dai servizi segreti. Nascono centri sociali e gruppi più o meno legati alla lotta armata. Fra gli studenti e i giovani operai circolano arruola tori, spie del sistema, agenti in incognito, fomentatori. Una guerra che non si risolve nello slogan: neri contro rossi o viceversa. Una guerra vera. Gli uni contro gli altri e tutti contro lo stato. Questo è il panorama che ci veniva proposto in quegli anni. Non era facile rimanerne fuori, non si poteva stare a guardare. La cronaca nera politica ti raggiungeva ovunque tu fossi. E raggiunse anche Fausto e Iaio. 
Stavano conducendo un’indagine sulla droga ma a loro volta erano soggetto d’indagine. Militanti di sinistra, membri del Leoncavallo, futuri terroristi secondo la polizia e fiancheggiatori della lotta armata secondo il Partito. Nessuno vuole sporcarsi le mani con questa storia. Persino i sindacati che si rifiuteranno di indire sciopero nazionale per il giorno dei funerali. Anche se a dare l’ultimo saluto a Fausto e Iaio ci sarà tutta la Milano perbene: mamme con bambini, operai, sindacalisti di base e tutta la brava gente che non crede nell’ipotesi al regolamento di conti. 
Il 23 marzo, infatti, giorno dei funerali di Fausto e Iaio, arriva una rivendicazione politica dell’omicidio. Ne sono giunte altre e tutti con siglie fasciste. Ma questa viene considerata attendibile, viene dai NAR, una sezione dedicata a Franco Anselmi, neofascista morto pochi giorni prima di Fausto e Iaio. 
I ragazzi stavano conducendo indagini molto serie sul traffico di droga nel quartiere di Lambrate. Un traffico gestito dalla malavita organizzata in qualche modo collegata agli ambienti dell’estrema destra milanese. Subito si pensa che il movente sia da collocare nell’ambito dell’indagine che i ragazzi stavano conducendo, anzi la polizia parla di: regolamento di conti nell’ambiente del traffico degli stupefacenti. Contrastanti sono le ipotesi sul delitto, quella ufficiale delle istituzioni condotte dal Sostituto Procuratore Armando Spataro che non ha mai condotto ne a mandanti ne ad esecutori e quella alternativa condotta dai militanti del Leoncavallo , ma soprattutto quella del giornalista Mauro Brutto, il quale raccoglie informazioni sul delitto per mesi, fino a quando anch’egli subirà la stessa sorte dei ragazzi. Nel novembre di quell’anno, Mauro Brutto verrà investito da una Simca 1100 bianca mai individuata. La sua morte verrà archiviata come “incidente”. 
La pista dichiarata dagli investigatori sulla ritorsione degli spacciatori di droga perde sempre più consistenza. La morte di Brutto confermerà che il giornalista stava seguendo delle tracce importanti: l’omicidio di Fausto e Iaio era da collocarsi nella guerra tra gruppi extra-parlamentari rossi e neri. 

Spesso durante le indagini salta fuori il nome di Massimo Carminati, camerata del defunto Anselmi, un tipo sfrontato che si dice svolgesse lavori sporchi anche per conto della banda della Magliana. Anselmi era morto mentre tentava di rapinare un’armeria a Roma. Carminati sarà implicato nell’omicidio Pecorelli del 79 e nel tentativo di depistaggio sulla strage di Bologna da parte del Sismi. Nel 91 alcuni pentiti lo tireranno in ballo anche per l’omicidio di Fausto e Iaio. 

Da WikipediaTra i camerati del gruppo di Anselmi c'è Massimo Carminati, il guascone senza paura che svolge i lavori sporchi per conto della banda della Magliana, la più potente organizzazione criminale romana, e ha rapporti con i servizi deviati. Tra le molte cose, Carminati è stato accusato di aver ucciso Carmine Pecorelli ed ha lavorato con due ufficiali del Sismi a un tentativo di depistaggio dell'inchiesta sulla strage di Bologna, insieme a lui i camerati Claudio Bracci e Mario Corsi. Nei loro confronti ci sono alcuni indizi e le dichiarazioni dei pentiti. 
Massimo Carminati associato alla Banda della Magliana, Claudio Bracci e Mario Corsi, indiziati del duplice omicidio (cfr. rispettivamente per i primi due il mandato di comparizione emesso in data 15.10.1991 e per il terzo il mandato di comparizione emesso in data 5.12.1990). 
Massimo Carminati e Claudio Bracci, indiziati dell’attentato, forse collegato, avvenuto in data 18.05.1978 in danno dell’Armeria Centofanti di Roma ; 
Valerio Fioravanti, Mario Corsi e Guido Zappavigna, indiziati dei reati connessi al progetto di attentato in danno di Andrea Bellini avvenuto a Milano nel 1979 e Zappavigna indiziato del reato di cui all’art. 306 c.p. 

Ma perché, si chiede Biacchessi nel suo libro, perché Fausto e Iaio? 
“Due ragazzi come tanti, di sinistra ma senza strette appartenenze. Più politicamente in vista di loro, a Milano, vi sono migliaia di persone. Si è parlato molto del dossier sulla droga cui i due ragazzi avevano collaborato, ma quel lavoro, una rigorosa analisi dello spaccio milanese, non contiene rivelazioni di alcun tipo. “ 

Un altro movente si potrebbe individuare proprio nella locazione dell’omicidio. Un ipotesi presa in considerazione anche dalla Commissione Stragi La famiglia Tinelli abitava in via Montenevoso nei pressi del famoso covo delle BR. Covo che verrà scoperto nell’ottobre proprio del 1978, dove verrà trovato il Memoriale Moro. Ecco, c’è chi pensa che Fausto, mentre chissà, suonava la chitarra nella sua stanza, può aver visto qualcosa che non doveva vedere. Fausto era impegnato politicamente senz’altro sarebbe stato in grado di capire cosa stava succedendo in quella casa. Forse ha proprio visto una faccia di troppo. Proprio dalla palazzina della famiglia Tinelli i servizi segreti controllavano il covo. Quegli stessi servizi che hanno tentato mille depistaggi sull’affare Moro? Chi ha incontrato per scale il povero Fausto? Ufficialmente l’appostamento era iniziato nel luglio del 78 ma la madre di Fausto giurò che quella strana gente andava e veniva già da gennaio. 
Dice Bianchessi: 
E allora bisogna fermarsi su una coincidenza, come ha fatto recentemente Aldo Giannuli, consulente della commissione Stragi: i due ragazzi vengono ammazzati cinquantasei ore dopo il sequestro Moro, e Fausto Tinelli abita in via Montenevoso 9, dirimpetto al covo dei misteri brigatisti, quello in cui sarà custodito il memoriale di Moro. Dalla stanza di Fausto alla finestra del covo brigatista ci sono meno di dieci metri, e in quell'ambiente il ragazzo del Casoretto passa buona parte delle sue giornate, a leggere e ascoltare musica. Se esiste un misterioso legame tra il sequestro Moro e il duplice delitto di Milano, bisogna dare atto ai registi della trama di aver fornito anche la controprova: nel 1981 in provincia di Roma venne ucciso il capitano di polizia Francesco Straullu, e il delitto fu rivendicato dal nucleo fascista che si rifaceva a Franco Anselmi. Il fatto è che anche il nome di Straullu riporta al caso Moro: il capitano aveva indagato sul famoso borsello trovato nel 1979 in un taxi romano, e carico di "simboli" riferiti a Moro e al giornalista Pecorelli. Coincidenza per coincidenza, Carminati è stato indagato e prosciolto anche per l'omicidio Pecorelli. L'autore di quel delitto, chiunque fosse, indossava un trench bianco. Come i carnefici di Fausto e Iaio. 


 murales per Fausto e Iaio  







CASO ARCHIVIATO. Nel 1999 Stefano Dambruoso, magistrato di milano, chiede l’archiviazione per l’omicidio di Fausto e Iaio. In più di 20 anni d’indagini a parte qualche indizio per i 3 camerati non sono stati trovati altri indizi e sospetti sulla loro morte. A parte qualche fotografia del funerale dei due giovani in casa di Mario Corsi, forse fatte per individuare altri militanti compagni di Fausto e Iaio da colpire. 
Ma i collegamenti con questo omicidio non sono finiti. Pare che uno dei mostri del Circeo, Angelo Izzo abbia ricevuto una confessione del Corsi in carcere. Izzo, Guido e soprattutto Ghira erano elementi di spicco dell’estrema destra violenta romana. Nel febbraio dell’80 rimane sotto i colpi dei NAR anche Valerio Verbano, militante di sinistra che stava raccogliento elementi d’indagine sull’omicidio di Fausto e Iaio e sui crimini dell’estrema destra. 
Tuttavia come conclude Clementina Forleo"Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti dichiarazioni"

La sera dell’omicidio Fausto e Iaio stavano andando a casa Tinelli perché la mamma di Fausto usava preparare un piatto speciale il sabato sera che offriva anche all’amico del figlio. Quando ho letto questa nota nel libro di Daniele Biacchessi mi sono intenerita. Mi si è aperta nella mente l’immagine di quella sera: una ventosa e scura sera di marzo. Vedo i due ragazzi con i capelli lunghi che camminano con i baveri alzati, parlano tranquillamente d’attualità e stanno già pensando alla cenetta che li aspetta a casa Tinelli. Hanno appuntamento alle 21 al centro con gli amici e le ragazze. Loro non sono tipi da discoteca, la musica preferiscono farla con la chitarra. Conoscono Guccini e De Andrè, provano a scrivere canzoni di protesta. Leggono Marcuse, Reich, Gramsci e ammirano i nonni partigiani. Mi sono immedesimata in loro, visto che ero solo un pochino più piccola. Anch’io andavo al liceo, leggevo la critica marxista e facevo gli attivi di classe, non mi perdevo una manifestazione e mi sentivo un po’ persa in quegli anni così bui per noi adolescenti. Ho visto un compagno di scuola con la pistola, ho visto i picchetti e i crumiri picchiati, ho preso le botte dai celerini e mi è venuto il fiato in gola correndo durante la degenerazione di una manifestazione. Nel mio primo anno d’università (ero un anno avanti) ho conosciuto un professore bravo e carismatico ma dopo 2 mesi che frequentavo ci hanno convocati ed informati che il dipartimento di sociologia del Magistero di Firenze prendeva le dovute distanze dal professor Giovanni Senzani. Ho seguito in tv il depistaggio del lago della Duchessa e ho pianto anch’io quando giovani compagni venivano uccisi. 
Per questo ho voluto ricordare questi due ragazzi: perché erano due come me, come noi. Perché non si può morire a 18 anni per le proprie convinzioni politiche. No. 


Fonti
INDAGINI PARALLELE
Il covo di via monte nevoso
Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR)
CS_Leoncavallo
fauso e iaio
1978, l'assassinio di Fausto e Iaio
fausto e iaio trentanni dopo


autore: Kishanna Conan Doyle su ClanMistero